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“Alla rosa” (e al gelsomino)

Dal celebre quadro della pittrice Le Brun, il dettaglio affatto scontato del bouquet della Sovrana fornisce indicazioni ben precise sulle materie prime utilizzate nella Profumeria del 18esimo Secolo, riconoscendo due fiori ampiamente usati (e nel caso specifico, uno di essi distinguibile solo aguzzando bene la vista): rosa damascena e gelsomino Sambac. La quantità di rose necessarie ad ottenere pochi grammi della sua essenza è talmente elevata, da renderla una delle essenze più costose della profumeria. Dal sentore di miele della centifolia a quello speziatodella cinese, passando attraverso il ricordo delle mele cotogne della damascena, non c’è rosa che non abbia un proprio odore ed una propria collocazione nella storia. Enfleurage e distillazione sono due tecniche che si prestano in modo ottimale ad estrarne l’essenza, con l’intenzione di preservare la stessa profumazione che si avverte annusando il petalo più esterno del fiore. Di colore rosso o pallido, una rosa che emana il suo tip

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